Il crollo del viadotto della Palermo-Catania sembra aver messo premura pure al colosso svedese dell’arredamento a basso costo. Quanto riportato dal responsabile relazioni esterne di Ikea Italia, Valerio Di Bussolo, è un quadro tutt’altro che confortante, che delinea una perdita di 5 milioni di euro di fatturato, a fronte dei 10 milioni precedenti al crollo del pilone.
Tutto ciò è sintomatico di quanto abbia inciso il crollo infrastrutturale nel crollo commerciale del polo catanese, con un’evidente perdita della clientela palermitana dovuta alla difficoltà di raggiungere col proprio mezzo la città di Catania.
Forse consci dei templi biblici della burocrazia italiana, ad Ikea si comincia a pensare di accelerare l’iter per la costruzione del punto vendita a Palermo, che però non vede ancora un’area di destinazione. Certo è che l’azienda avrà tutto l’interesse ad accelerare la procedura per contenere le perdite, non è pertanto da escludere l’arrivo di ulteriori novità a breve.
Staremo a vedere.
Potrebbero contribuire al progetto per la realizzazione del nuovo viadotto, magari piu affidabile di quello dell’Anas. “Viadotto Ikea” 🙂
Questa è bella!!! 😀 😀
Ma chi crede che IKEA possa aprire a Palermo in tempi brevi??? Ammettendo per assurdo che IKEA superi le muraglie burocratiche e tutti gli altri tipi di problemi, trovi l’area edificabile (dopo dieci anni di chiacchiere ancora l’area non è stata trovata), e riesca finalmente ad aprire a Palermo, i tempi necessari per l’intero iter non sono inferiori a quattro / cinque anni nella più rosea delle previsioni. Nell’ambito dei soliti tempi biblici, forse (il forse è d’obbligo) fanno prima ad aprire l’autostrada.
Peccato che nel catalogo Ikea, non ci sia un ponte da montare… Scherzi a parte… Ma chi lo doveva dire che un crollo di un viadotto servisse per rimettere in moto tante cose che sembravano assopite.
Se solo si volesse Ikea, sarebbe in grado di aprire in 24 mesi, come sta facendo qui in Belgio per il magazzino di Mons il 9 in territorio belga, che ricordo e di poco più grande della Sicilia, pur avendo pero 11 milioni di abitanti, ovvero il doppio.
Qui come dicevo, sta aprendo in 24 mesi, 6 per i permessi e 18 per la realizzazione del magazzino di 35000mq…
Speriamo davvero che trovino la quadra, le aree sono quelle di Ciaculli o Cinisi…
un attimo, niente abbattimento di agrumeti, ok? ci sono un sacco di aree di capannoni da riadattare o abbattere a brancaccio. giù le mani dall’ultimo lembo di conca d’oro. ricordiamoci che il castello maredolce ha vinto i premio scarpa
http://www.artribune.com/2015/03/vestigia-di-castelli-e-giardini-arabi-a-palermo-il-parco-maredolce-la-favara-vince-il-premio-carlo-scarpa-della-fondazione-benetton-successo-per-la-sovrintendenza/
detto ciò, non sarei contrario all’apertura. ma non vorrei che con la smania di aprire gli concedono il verde agricolo
ciò significa che generiamo 5 milioni di euro da destinare a mobili. Ikea può comprare un migliaio di biglietti trenitalia da distribuire ai suoi clienti e recapitare con calma i mobili più ingombranti. Tre ore o più di viaggio non generano problemi al legno. Dopo di che non farei affidamento su una burocrazia che affossa l’economia buona.
Senza offesa, non seguo i ragionamenti fatti nell’articolo:
Si parla di 10 milioni di fatturato (quale e’ il periodo di riferimento?)
Si parla di 5 milioni di perdita (quale e’ il periodo di riferimento?)
Si adducono le perdite al crollo del ponte (secondo quale criterio di valutazione?)
Si parla di accelerazione dell’iter per la sede di Palermo (secondo quale fonte?)
Si conclude con una supposizione “Certo è che l’azienda avrà tutto l’interesse ad accelerare la procedura per contenere le perdite”…
Alle prime due domande non si può rispondere. Sono dichiarazioni di Valerio Di Bussolo. Non c’è modo di sapere altro. Sempre lui dichiara di voler aprire a Palermo.
Sul discorso perdite in seguito al crollo del ponte, Ikea tiene sempre traccia della provenienza dei propri clienti. Te lo chiedono espressamente.
http://gds.it/2015/05/20/ikea-dopo-il-crollo-del-pilone-in-autostrada-abbiamo-perso-clienti-priorita-aprire-a-palermo_358416/
Quello che leggo e’ che:
“Il primo dato post-pilone è intanto la crescita dell’e-commerce con più commesse in arrivo da quell’area della Sicilia: palermitani e trapanesi acquistano online e poi ritirano la merce nel deposito Ikea di Carini.”
E poi si evince che |8% rappresentata dalla clientela delle province di Palermo e Trapani, dopo l’interruzione dell’autostrada si è ridotta di metà. “.
Considerato che dall’8 si e’ passati al 4% del totale della clientela (veramente poco in fondo), e considerati gli aumenti legati all’ecommerce, direi che non sono dati che giustificano affatto certe conclusioni.
Ragazzi davvero non riesco a capire il senso di alcune riflessioni… ma perché si deve sempre commentare in senso negativo. se una sciagura come il crollo del pilone stia in qualche maniera riattivando certe dinamiche economiche in Sicilia dovremmo essere contenti, tanto da, paradossalmente auspicare altri crolli.
Battuta a parte, se Trenitalia si accorge delle potenzialità del mercato siciliano, se Ikea pensa di accelerare per l’apertura di un nuovo centro a Palermo, dovremmo essere solo contenti, al di la delle cifre ufficiali o meno e al di la dei puri calcoli matematici… Palermo e provincia, rappresenta comunque la metà della cifra di affari del magazzino di Catania e quindi sarebbe auspicabile che ne facessero uno anche da noi, che riuscirebbe a convogliare anche i clienti del trapanese e di parte dell’agrigentino.
Il vero problema di Palermo e che non riesce mai a sognare in grande… Non credi Luca?
La stucchevole vicenda ultradecennale dell’ipotetica apertura di Ikea a Palermo mi fa venire in mente la storiella di quel tizio che nel suo negozio teneva permanentemente appeso un cartello con su scritto: “Comprate oggi e avrete lo sconto domani”; lo sconto, dato per certo per l’indomani, di fatto non arrivava mai.
In merito ai contenuti della notizia, il ragionamento di Di Bussolo (che vuole rimediare alle presunte perdite legate alla chiusura dell’autostrada) avrebbe un senso, qualora IKEA avesse la possibilità di aprire a Palermo nel giro di qualche mese; ma siccome per aprire sono necessari, nella più rosea delle previsioni, almeno quattro o cinque anni, di che cosa stiamo parlando?
A prescindere dai blocchi autostradali, l’unica cosa che rende appetibile ad IKEA l’apertura a Palermo è rappresentata dal notevole bacino d’utenza a disposizione; a parte questo, tutte le altre variabili in gioco non sono di certo invitanti: burocrazia: farraginosa ed a volte ottusa; condizioni ambientali: difficili; svincolo di Brancaccio (nell’ipotesi di aprire in quella zona): ancora chiuso come dieci anni fa…., etc, etc, etc.
Se il terreno è arido, il contadino ci pensa dieci volte prima di piantare il giardino
Potrebbero utilizzare l’are del vecchio Cotonificio Siciliano a Partanna Mondello e nel frattempo sarebbe bonificata quell’area che ancora ci sono i tetti in amianto…..
Potrebbero utilizzare l’are del vecchio Cotonificio Siciliano a Partanna Mondello e nel frattempo sarebbe bonificata quell’area che ancora ci sono i tetti in amianto….. inoltre questa è la prima volta che forse scrivo qualcosa su Mobilita….
Il vecchio Cotonifiscio e un classico esempiodi archeologia industriale!!! Esisteva un progetto di recupero non so che fine ha fatto!!!
Lo hanno già scritto in tanti: ok purché non si edifichino nuove aree. Ciò detto aggiungo che occorre tenere a bada i sindaci dei comuni limitrofi, i più temibili e rozzi, tipo quello che ha consentito la costruzione di un centro commerciale giusto sullo svincolo autostradale.
Tuttavia non credo che a Ikea interessi un’area economicamente depressa come Palermo, peraltro baricentrica solo rispetto ad aree depresse.
@cirasadesigner.
Se hai letto il link di peppe2994, la clientela palermitana contribuisce a circa l’8% del fatturato, ora circa il 4% ma il commercio online verso la nostra citta’ cresce. Quindi invece di postare fesserie come “la meta’ del magazzino” per favore argomenta concretamente.
Il mio post non ha nulla contro ikea, semplicemente commentavo la poca fondatezza di certe considerazione e conclusioni, sulla base di congetture basate sul ponte e su dati su un fatturato rilevato in un periodo di tempo non definito (che fatturato e’????), nonché accelerazioni senza spiegare in quale direzione, secondo quali prove.
Per la serie: le grandi inchieste del Giornale di Sicilia!!
@luca, innanzitutto non capisco il tuo tono… Io facevo una riflessione sul tuo post, e non mi sono permesso minimamente di dire “fesserie” o asserire cose inesatte. Detto questo, spero che la tua caduta di stile sia solo un episodio, altrimenti, ti invito sin da adesso a non tenere conto dei miei post, se ti danno così fastidio. Poi tornando ai numeri, credo che solo la direzione di Ikea, possa dare effettivamente i numeri -esatti. Se si parla di un dimezzamento del fatturato, credo che la clientela del palermitano faccia bel più del 4%, se la matematica non è un opinione e i siciliani sono quelli che sono i numeri dovrebbero dare altri risultati. Ma se poi è il Sig. Di Bussolo a fare quelle dichiarazioni, ci sarà un motivo. Detto questo, credo altresì che ci siano i numeri perché possa aprire un Ikea a Palermo, non importa dove, visto che la città ha comunque un bacino di utenza di 1 milione e mezzo di persone almeno…
@cirasdesigner
Non ti ho minimamente mancato di rispetto. Perché non argomenti le tue affermazioni tipo “meta’ del magazzino etc etc”. Rileggi bene, ho solo argomentato rispetto alla tua risposta. Se ti sei offeso mi spiace.
I 5 milioni di euro in meno dovuti al dimezzamento del fatturato (da 10 a 5 mln) sono direttamente proporzionali al dimezzamento della clientela, dall’8% al 4% proveniente da Palermo. Quindi la matematica qui ci sta, non sono conti tanto inattendibili, leggendo il post del giornale di Sicilia…
Sono d’accordo con te, solo ikea puo’ dare i numeri esatti. E tutti questi articoli sembrano solo aria fritta.
E la caduta di stile sta piuttosto in questo articolo, un grande scoop 😉
Solitamente cio’ che leggo qui e’ fondato e ben provvisto di riferimenti reali, non congetture e scoop stile Gs.
Spero che il mio punto di vista sia chiaro.
Perché non viene utilizzata la zona del vecchio Cotonificio Siciliano?
Dove ci sono ancora i tetti di amianto che scomparirebbero alla vista delle persone che fanno la spesa al Lidl?
Ikea aprirà un piccolo store al forum palermo
Meglio di niente